Due esercizi di recitazione cinematografica (per attori di tutti i livelli)

Attrice sul set di Asterisco

Care attrici e cari attori, nell’articolo di oggi vogliamo condividere con voi due esercizi di recitazione pensati espressamente per i professionisti del cinema e dell’audiovisivo.

Premessa: Le differenze tra recitazione cinematografica e teatrale

Come ben saprete, infatti, la recitazione cinematografica presenta delle problematiche che sono sconosciute alla sua controparte teatrale:

1) l’attore cinematografico recita davanti alla macchina da presa e non ha il feedback diretto del pubblico, che si relazionerà con la sua performance in differita;

2) nel cinema la performance viene immortalata, è infinitamente riproducibile ed è sempre uguale a sé stessa, diversamente da quanto accade su un palco teatrale;

3) la recitazione cinematografica è influenzata non solo da luci, scenografia e costumi, ma anche dalla scala dei piani e dai tipi di montaggio;

4) potendo inquadrare un attore da vicino, il cinema privilegia le espressioni facciali e i gesti più sottili e discreti;

5) l’attore cinematografico è costretto a interpretare il suo personaggio in maniera spezzata, discontinua: da qui derivano le sue maggiori difficoltà di immedesimazione. Capita molto spesso che, per problemi logistici o di budget, l’attore debba recitare una scena che si trova parecchio avanti nella storia. Sarà dunque suo compito ricostruire il contesto della scena e far sì che essa si amalgami con quelle che verranno girate successivamente (ma che, a livello della trama, possono precederla).

Che siate principianti o attori affermati, vi garantiamo che troverete cibo per la vostra mente!

Non dimenticate che anche divi come Robert De Niro e Meryl Streep (formatisi entrambi all’Actors Studio di Lee Strasberg) svolgono periodicamente esercizi per perfezionare il proprio stile di recitazione.

Illuminanti, a tal proposito, sono le parole di una grandissima attrice quale Julie Andrews:

Ai giovani attori dico spesso che ci sono possibilità che ad un certo punto faranno il botto e saranno molto fortunati. Quando arriverà quel momento, sarà bene che abbiate fatto i vostri compiti e siate pronti. Non smettete mai di pensare, imparare, guardare, ascoltare.

Quelle che vi forniamo sono delle linee guida, starà poi a voi costruire o affinare i vostri metodi di recitazione, a seconda delle esigenze dettate dalla sceneggiatura, dal regista, ma soprattutto dalla vostra sensibilità.

Senza ulteriori indugi… cominciamo!

Esercizio di rilassamento mentale (dal Metodo Strasberg)

Lee Strasberg, uno dei pionieri del Method Acting, considerava la tensione il peggior nemico dell’attore: un vero e proprio ostacolo alle sue possibilità espressive.

Perché gli attori cinematografici ne hanno bisogno?

Fare regolarmente esercizi di rilassamento mentale è fondamentale per affrontare la tensione che spesso si respira nei set cinematografici.

Poiché gli attori lavorano con le emozioni, è necessario che imparino a gestire le emozioni complesse senza esserne sopraffatti.

E se ciò vale per ogni forma di recitazione, vale tanto più per la recitazione cinematografica: la camera registra ogni cosa, anche il movimento apparentemente più impercettibile.

L’attore dev’essere sempre pronto ad affrontare la camera per lunghi periodi di tempo; talvolta è costretto a ripetere più e più volte le stesse azioni. Affinché il suo lavoro sia proficuo, non può permettersi di diventare teso e nervoso.

Attrice sul set di Asterisco - esempio di recitazione cinematografica
Arianna Scuteri sul set di Asterisco

I muscoli facciali (e ciò vale soprattutto per i primi piani, ma non solo) devono essere allenati per resistere alla maratona di espressioni che vi saranno richieste!

Le fasi del rilassamento

Passiamo ora all’esercizio, step by step.

  1. Mettetevi comodi su una sedia e impostate il timer a 20 minuti. All’inizio, provate semplicemente a fare dei profondi respiri con gli occhi chiusi. Gli esercizi di rilassamento mentale per attori hanno un obiettivo preciso: fare i conti con le emozioni e i sentimenti del qui e ora. Cercate in tutti i modi di non piombare in uno stato onirico. L’obiettivo è rimanere presenti, sentire il momento.
  2. Identificate i muscoli tesi: tendete le braccia verso l’alto e muovete lentamente ogni dito e i polsi alla ricerca di ogni singola traccia di tensione. Una volta che avrete trovato i muscoli interessati, muoveteli e massaggiateli con le altre dita, se necessario.
  3. Tenete sempre gli occhi chiusi. Se avvertite della tensione intorno agli occhi, rilasciatela con un sospiro o con un respiro profondo. In questo frangente, assicuratevi di non muovere le altre parti del corpo.
  4. Ora sollevate gli occhi più in alto che potete, mantenendo sempre le palpebre abbassate. Stirate gli occhi verso sinistra e tratteneteli in questa posizione per dieci secondi, poi riportateli alla posizione di partenza. Poi ripetete la stessa procedura ma portandoli a destra.

E ricordate: è la pratica a rendere perfetti.

Se vengono applicate quotidianamente, le tecniche di rilassamento diventano come una seconda natura per gli attori.

Attore sul set Là Fuori
Sergio Saporito sul set di Là Fuori

Prima di avventurarvi sul set, concedetevi sempre il tempo sufficiente a identificare la tensione e a scioglierla.

Esercizio dei dieci attributi positivi per una recitazione credibile

Gli attori sanno bene che gran parte del loro lavoro si basa sul conflitto tra i personaggi: ciò valeva già per le commedie e le tragedie classiche. 

A volte, per generare il conflitto, tendiamo ad accentuare gli aspetti negativi del nostro personaggio. Tuttavia, quest’approccio non fa altro che produrre una sorta di oscurità posticcia.

La conseguenza principale? La credibilità del vostro personaggio ne risentirà e scadrete nel cliché in men che non si dica.

Il rischio di dar vita a un cattivo monodimensionale e prevedibile è sempre dietro l’angolo. E purtroppo la macchina da presa sa essere impietosa: una volta immortalata una performance poco ispirata (magari per una questione di tempi e costi), non si può più tornare indietro.

Un lavoro di scavo psicologico

Per evitare di risultare prevedibili e stereotipati, dovrete risalire alla verità profonda del vostro personaggio. 

Per quanto possa sembrare semplicistico, la verità universale in fondo a ogni personaggio (ed essere umano) è che… ciascuno di noi è un misto di bene e male.

Anche il più malvagio e iconico dei serial killer, Hannibal Lecter, interpretato da uno strabiliante Anthony Hopkins, ha dei tratti positivi. Certo, alla fine scompaiono di fronte alle sue efferatezze, ma comunque ci sono.

Sì, Hannibal è un cannibale che accompagna i suoi tremendi pasti con del buon Chianti ma… Di contro è anche un uomo incredibilmente colto e dotato di un fascino magnetico (per quanto inquietante).

Trovare in Hannibal dei lati positivi (anche blandi) non significa affermare che non sia un mostro e un serial killer brutale. Significa piuttosto vederlo come una persona e cogliere le varie sfaccettature del suo carattere. Ogniqualvolta Hannibal occupa l’inquadratura, emergono tanto i suoi tratti positivi quanto quelli negativi.

Come svolgere l’esercizio

L’esercizio che vogliamo proporvi è semplice in teoria, ma non sempre nella pratica. Probabilmente all’inizio vi risulterà difficile, ma la chiave sta nell’abbandonare i vostri preconcetti sul personaggio.

Ecco in cosa consiste: trovate dieci attributi positivi del vostro personaggio, anche se sulla carta appare come l’essere più malvagio mai concepito al mondo.

Considerate che gli aspetti negativi, con ogni probabilità, saranno descritti in maniera particolareggiata nella sceneggiatura.

In quanto attori, il vostro compito sarà di trovare anche gli aspetti positivi nascosti fra le righe, quelli più sottovalutati, per conferire ai vostri personaggi lo spessore che meritano.

Per ispirarvi, riguardate dei film in cui siete stati colpiti dalla caratterizzazione accurata dell’antagonista. Lo sforzo starà nel non prestare attenzione alle azioni e alle parole negative; dovrete invece analizzare i tratti caratteriali e i comportamenti positivi e stilare un elenco.

Un esempio magistrale ci viene fornito da Peter Lorre in M – Il mostro di Düsseldorf (1931), ma lascio a voi la sfida di stilare i dieci attributi positivi. Potrete comunque svolgere l’esercizio con qualunque altro film.

Fateci sapere nei commenti se questi esercizi di recitazione vi sono stati utili per affrontare al meglio lo stress da set e per costruire dei personaggi di spessore.

A presto!

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